Altre visioni

Riporto un brano di Georges Politzer tratto da “I fondamenti della psicologia”- Mazzotta Editore-1975-Milano.

“…L’oggetto della psicologia è costituito dall’insieme dei fatti umani, considerati nel loro rapporto con l’individuo umano, cioè in quanto costituiscono la vita di un uomo e la vita degli uomini. Il matrimonio, per esempio, è un fatto psicologico solo in quanto è un certo matrimonio, cioè contratto in circostanze particolari da individui particolari. Tuttavia gli eventi umani hanno di per se stessi una certa struttura e si conformano ad un certo determinismo che lo psicologo deve conoscere per potere in seguito considerare gli stessi eventi nel loro rapporto con l’individuo. Ed egli deve andare a cercare questa conoscenza dove essa si trova effettivamente (…) Il delitto è un fatto psicologico soltanto nella misura in cui, come scena attuale della vita umana, deve venire effettivamente compiuto da uno o più individui. Ma questa esecuzione attuale da parte di uno o più individui particolari non esaurisce la realtà del delitto. Perciò, lo psicologo deve possedere un’esatta conoscenza del delitto indipendentemente dalla sua esecuzione attuale (…) la conoscenza del delitto, come di qualsiasi altro fatto psicologico, è possibile soltanto se si possiede una concezione estremamente rigorosa del ruolo della psicologia, e quindi dell’esatta delimitazione del determinismo individuale nel delitto, cui si può giungere soltanto conoscendone la determinazione economica. (…) Ciò che abbiamo detto del lavoro e del delitto vale per tutti i fatti psicologici. I fatti psicologici non sono altro, infatti, che i fatti umani considerati nel loro rapporto con l’individuo. La psicologia esige perciò la conoscenza della determinazione che è propria dei fatti umani considerati in se stessi e indipendentemente dall’individuo. Questa conoscenza è necessaria per poter delimitare il campo della psicologia e porre correttamente i problemi, come per conoscere sin nei particolari la direzione, la portata ed i limiti delle ricerche e delle considerazioni psicologiche. In altre parole, l’intera psicologia è possibile soltanto se innestata nell’economia. Ed è per questo motivo che essa presuppone tutte le conoscenze acquisite dal materialismo dialettico e deve continuamente ricorrere ad esse (…) La psicologia, se ha un ruolo rilevante quando si tratta degli eventi umani considerati nel loro rapporto con l’individuo, non l’ha più quando i fatti umani sono considerati in se stessi. Si può parlare di psicologia del lavoro nella misura in cui il lavoro viene considerato in rapporto all’individuo. Quando non si tratta più del modo in cui gli individui si inseriscono nel lavoro, il lavoro cessa di essere un problema psicologico. Allo stesso modo, il matrimonio è un fatto psicologico nella misura in cui si tratta di spiegare perché un individuo determinato ha sposato un altro individuo determinato, ma cessa di esserlo in ogni altro caso (…) Per esprimerci con una similitudine, si può dire che la psicologia sta all’economia come la fisiologia starebbe alla fisica e alla chimica, se fosse realmente possibile ridurre interamente i fatti fisiologici a processi fisico-chimici; è insomma una scienza che rappresenta solo un momento dello studio completo dei fatti di cui si occupa; una scienza che verte su fatti dei quali non è in grado, da sola, di esaurire l’analisi. La psicologia perciò non detiene affatto il “segreto” dei fatti umani, per la semplice ragione che tale “segreto” non è di ordine psicologico.

Chi era Georges Politzer?

Georges Politzer nacque nel 1903 a Nagy-Varad (Transilvania). Studiò al liceo di Budapest. Nel 1921 si trasferì con la famiglia a Parigi, dovendo il padre sfuggire all’arresto della polizia del governo dittatoriale di Horty. Si laureò in filosofia alla Sorbona nel 1923. Nel 1924 fondò insieme ad altri giovani filosofi, tra cui Henri Lefebvre, la rivista “Philosophies” (intitolata nel 1926 «L’Esprit») e nel 1929 la Revue Marxiste’ (dove pubblicava con Io pseudonimo di Félix Arnold). In questi anni insegnò nei licei di Moulins e Cherbourg. Nel 1928 è pubblicato il libro “Critique des fondements de la psychologie” . Nel febbraio 1929 Politzer, da solo, fondò la “Revue de psychologie concrète” ’, di cui uscirono soltanto due fascicoli. Nel 1932 assieme ad altri intellettuali e scienziati organizzò l’Université Ouvrière de Paris per la divulgazione del materialismo dialettico tra gli operai e i quadri del Partito comunista (le sue lezioni saranno poi pubblicate nel 1956 con il titolo Principes élémentaires de philosophie). Negli anni ‘30 scrisse soprattutto su riviste militanti come “La Pensée ” fondata assieme ad Henri Wallon e altri intellettuali comunisti. Durante l’occupazione nazista di Parigi Politzer scrisse numerosi articoli clandestini e fu a capo della Resistenza universitaria. Arrestato nel febbraio 1942, torturato perché collaborasse con i nazisti, fu fucilato sul Mont Valérien il 23 maggio. (Mecacci -Storia della psicologia del novecento)

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