Sigmund Freud

 

Il brano tratto da L. D. Trotskij (1971) Rivoluzione e vita quotidiana, Samonà e Savelli, Roma,  affronta il tema della scienza “borghese” (della scienza come strumento di emancipazione della masse) e della necessità di acquisirla per trasformarla, di conoscerla dal di dentro. Nel brano troviamo in particolare ciò che ci interessa: la psicologia e il rapporto con Pavlov e Freud e con il concetto di “strumentale” ma l’articolo parla anche dell’arte, della religione. Troviamo in oltre un “gustoso esempio” di marxismo popolare, una similitudine: quella del treno e delle differenze di classe che assieme a quella.  quella dell’anima come “pozzo” danno un chiaro esempio del ragionare di Trotskij . (Tutte le enfasi nel testo sono nostre)

 

“ CULTURA E SOCIALISMO”   (gennaio 1927)

“…E a questo punto dobbiamo anzitutto e soprattutto chiederci a proposito della tecnica: è solo uno strumento di oppressione di classe? Basta porre la domanda, per avere subito la risposta: no, la tecnica è la conquista fondamentale dell’umanità: benché sia servita, sinora, come strumento di sfruttamento, è al tempo stesso condizione essenziale per l’emancipazione dello sfruttato. La macchina soffoca lo schiavo salariato. Ma questi può liberarsi solo per mezzo della macchina. Qui è la radice di tutta la questione.

Non dimentichiamo che la forza motrice del processo storico sono le forze produttive che liberano l’uomo dal dominio della natura, allora comprendiamo che il proletariato ha bisogno di impadronirsi di tutta la somma di conoscenze e di capacità elaborate dall’ umanità nel corso della sua storia, per potersi emancipare e per poter ricostruire la vita sulla base di principi di solidarietà.

«E’ la cultura che fa progredire la tecnica o è la tecnica che fa progredire la cultura?» mi è stato chiesto in una delle domande che ho qui dinnanzi. E’ sbagliato porre la questione in questo modo. La tecnica non può essere contrapposta alla cultura, perché è la molla principale. Senza tecnica non c’è cultura. Lo sviluppo della tecnica fa progredire la cultura. Ma la scienza e la cultura in genere che sono sorte sulla base della tecnica costituiscono un poderoso aiuto per un ulteriore sviluppo della tecnica. Qui abbiamo una interdipendenza dialettica.

Compagni, se volete un esempio semplice ma significativo della contraddizione insita nella tecnica stessa, il migliore è quello delle ferrovie. Se date un’occhiata ai treni-passeggeri dell’Europa occidentale, vedrete che hanno vagoni di «classi» diverse. Queste classi ci ricordano le classi della società capitalista. I vagoni di prima classe sono per gli strati superiori privilegiati, quelli seconda per la media borghesia, quelli di terza per piccola borghesia e quelli di quarta per il proletariato che in passato era definito, a ragion veduta, Quarto Stato. Per sé i treni sono una grandiosa conquista tecnico-culturale dell’umanità che ha enormemente trasformato la faccia della terra nel corso di un solo secolo. Ma la struttura di classe della società influenza anche dei mezzi di comunicazione. E le nostre ferrovie sovietiche sono ancora ben lontane dall’eguaglianza — non solo perché usano i vagoni ereditati dal passato — ma anche perché la NEP solo crea le condizioni dell’eguaglianza senza poterla realizzare.

Prima dell’era delle ferrovie la civiltà era circoscritta alle coste del mare o alle rive dei grandi fiumi. Le ferrovie hanno aperto interi continenti alla cultura capitalista. Una delle cause fondamentali, se non la fondamentale, dell’arretratezza e della desolazione delle nostre campagne russe è la mancanza di ferrovie, di strade asfaltate e di strade secondarie. Da questo punto di vista la maggior parte dei nostri villaggi vivono in condizioni precapitalistiche.” ( pag. 87/8)

“.. La dialettica e il materialismo sono gli elementi fondamentali della conoscenza marxista del mondo. Ma ciò non significa affatto che possano essere applicati a qualsiasi sfera della conoscenza come una chiave che apra tutte le porte. La dialettica non può essere imposta ai fatti, deve essere dedotta dai fatti, dalla loro natura, dal loro sviluppo. Solo un lavoro minuzioso su un’enorme massa di dati, ha permesso a Marx di far progredire il sistema dialettico dell’economia sino alla concezione del valore come lavoro sociale. Le opere storiche di Marx sono costruite allo stesso modo e cosi pure i suoi articoli di giornali. Il materialismo dialettico può essere applicato a nuove sfere della conoscenza solo padroneggiandole dal di dentro (…)

 

Prendete pure la psicologia. La concezione pavloviana dei riflessi si sviluppa sulla linea del materialismo dialettico. Abbatte in modo decisivo il muro tra fisiologia e psicologia. Il riflesso più semplice è fisiologico, ma un sistema di riflessi ci dà la «coscienza» (E’ chiara la coincidenza con Vygotskij n.d.r.).

L’accumularsi di una quantità fisiologica ci dà una nuova qualità «psicologica». Il metodo della scuola di Pavlov è sperimentale e minuzioso. Le generalizzazioni sono conquistate passo passo: dalla bava del cane alla poesia, cioè al meccanismo mentale della poesia, al suo contenuto sociale, anche se il cammino che ci porta alla poesia non è stato ancora rivelato.

La scuola dello psicanalista viennese Freud procede in modo diverso. Presuppone in partenza che la forza motrice dei processi psichici più complessi e delicati è il bisogno fisiologico. In questo senso generale è materialistica, lasciando da parte la questione se non attribuisca un peso eccessivo al fattore sessuale a spese di altri (questa è già una discussione entro i confini del materialismo). Ma lo psicanalista affronta i problemi della coscienza non in modo sperimentale, passando da fenomeni inferiori a quelli superiori, dal riflesso semplice al riflesso complesso, ma tenta di afferrare tutti questi stadi intermediari con un solo balzo, dall’alto in basso, dal mito religioso, dal poema lirico o dal sogno direttamente alla base fisiologica della psiche.

Gli idealisti ci dicono che la psiche è un’entità indipendente, che l’ «anima» è un pozzo senza fondo. Pavlov e Freud pensano entrambi che il fondo dell’anima è la fisiologia. Ma Pavlov, come un palombaro, discende sino al fondo e fruga attentamente il pozzo dal basso verso l’alto, mentre Freud sta sopra il pozzo e con sguardo acuto cerca di penetrarne le acque sempre mosse e sconvolte e di afferrare o di intravedere l’immagine delle cose giù in basso. Il metodo di Pavlov è l’esperimento, quello di Freud è la congettura; a volte la fantastica congettura.

Il tentativo di dichiarare la psicanalisi «incompatibile» con il marxismo e di voltare semplicemente le spalle al freudismo è troppo semplice o, per dire meglio, troppo semplicistico. Ma comunque non siamo obbligati ad adottare il freudismo. Si tratta di una ipotesi di lavoro che può consentire e indubbiamente consente deduzioni e congetture che si sviluppano lungo la linea di una psicologia materialistica. Il procedimento sperimentale fornirà al momento debito la verifica di queste congetture. Ma non abbiamo nessun motivo e nessun diritto di mettere al bando l’altro procedimento che, anche se può sembrare meno valido, cerca tuttavia di anticipare le conclusioni verso cui il procedimento sperimentale sta avanzando solo molto lentamente”. ( pag. 93/4)

[1] Servilismo (N.d.r.)

[2] (nota nel testo* Famusov è un personaggio di Griboedov, che raffigura un funzionario di grado elevato che ha orrore di tutto quello che possa offendere l’autorità e turbare così la sua condizione confortevole.)

 

 

 

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