Le terme e le indagini del Commissario Lasagna

Un aiuto insperato

 

Lasagna sapeva bene che il Dott. Rubini ad una certa ora, quasi immancabilmente, scendeva al bar per la pausa caffè. Sapeva anche che per farlo passava davanti al suo ufficio ed era certo che, quando sarebbe passato, avrebbe sicuramente dato un’occhiata all’interno attraverso il vetro della porta. Quindi doveva essere pronto per lanciare l’usuale segnale per far capire che anche lui voleva prendere un caffè. E così fu… quando Rubini passò, Lasagna immediatamente chiuse il dito indice sul pollice della mano destra portandoli alla bocca e facendoli leggermente dondolare. Rubini, che a dire la verità, non aspettava altro rispose rapidamente con un cenno affermativo e i due si trovarono ‘casualmente’ assieme a scendere le scale chiacchierando.

 

“Allora, Lasagna, spero mi abbia fatto fare bella figura l’atro giorno con i suoi amici volontari?”

“Forse lo dubitava?” Il mulo era in vigile attesa della domanda.

“No, no…ma a me interessa un’altra cosa. Insomma: questa indagine conoscitiva sulle terme la continua ‘pro domo sua’ o no?”

“Forse lo dubita?” Mai mollare la presa.

“No… no, ma mi dica, come intende procedere. Come le ho detto a me interessa l’idea di un piano di rilancio del termalismo, diciamo: formato green. Il nome appropriato oggi sarebbe recovery plan.

Lasagna con un sorriso mulesco disse. “Bastava chiederlo subito!

Informò quindi il Vice Questore sul breve incontro avuto con Antonio e Giuseppe, della scaletta di lavoro che aveva in mente e del fatto che si sarebbero collegati via skype.

“Via skype?” disse Rubini

“Si” rispose Lasagna dobbiamo rispettare le leggi peraltro dettate dalla precauzione per l’altrui e propria salute.”

“Beh allora potrei magari, qualche volta, senza impegno, collegarmi anch’io! Potrei conoscere i suoi amici, mi sembrano persone simpatiche.”

“Maagari! Sarebbe un onore.”

“Lasci perdere l’onore, non mi sembra il caso”

“Un piacere allora?”

“Ecco così va bene, reciproco. E mi dica, avete anche deciso il giorno del collegamento?”

“No, solo vorremmo tenere una scadenza settimanale…’”

“Ok e se fosse il lunedì?”

Lasagna tra il sorpreso e il felice disse: “Per lei qualsiasi giorno va bene, anche Natale.

“Va bene” riprese sorridendo Rubini “l’argomento, appunto,  mi interessa, la sua semi-indagine mi ha incuriosito. Facciamo lunedì, non il prossimo ma l’altro?”

Arruolato.” disse Lasagna Avviso con e-mail Toni e Bepi e  diamo per confermato quel lunedì, se ci fossero inghippi o altro ci sentiamo via e-mail, una piccola mail list.”

“Ok” disse Rubini “e ora, credo, ma se non lo ritiene giusto me lo dica, ne possiamo discutere… il caffè dovrebbe pagarlo lei.”

Il sorriso del mulo era un sorriso-digrignate ma non poteva proprio dire di no. Pur tuttavia prima di andarsene una curiosità se la voleva levare… e quindi nella via del ritorno chiese:

“Mi scusi Dottore ma come mai questo interesse?”

Vede Lasagna la sua quasi-indagine mi ha fatto rinfrescare una cosa che quelli come noi, che le leggi le applichiamo, dovrebbero sempre aver presente e cioè che gli articoli di legge sui quali ci basiamo, sono come delle  finestre per vedere la realtà ma come diceva un grande pittore, un conto è vedere la strada da una finestra e un conto è vedere la strada dalla strada stessa, sono due cose diverse anche se la strada è sempre quella.”

Il mulo senza esitazione disse: “Kandinskij: Linea, punto, superficie.”

Rubini rimase colpito… “Ma lei si intende di arte, è un conoscitore? Non lo sapevo.”

Il sorriso mulesco nascosto da una patina di semi-ingenuità svelò il segreto:

“No, niente di tutto questo, il fatto è che alcuni mesi addietro, andando per bancherelle, ho visto questo libro di Kandinskij e l’ho comperato, non so perché ma l’ho comperato. Forse il nome, forse la copertina, forse gli schemi e disegni che vi erano contenuti… l’ho poi leggiucchiato e devo dire che da allora, quando sento i critici o gli esperti parlare genericamente di Kandinskij mi viene da ridere. Sarò inesperto, forse presuntuoso ma rido volentieri.”

Rubini lo guardò con un’aria bonaria e disse:

“Sa, se mi avesse detto prima questa cosa il caffè l’avrei pagato io.”

Il mulo era soddisfatto ma a dargliela vinta sul caffè che aveva pagato anche se volentieri, proprio non ci stava e…. “Se è per questo” disse ” ho comperato e leggiucchiato un libro anche su Magritte, sa quel signore con la pipa che non è una pipa… magari la prossima volta glielo ricordo”

Il sorriso mulesco risplendette all’inverosimile e i due tornando al lavoro se la ridevano beatamente.

 

Fu così che quella sera Lasagna fece la prima email per i quattro dell’Oca selvaggia, dando la bella e inattesa notizia sulla presenza di Rubini, inviando la scaletta di impegni pensata a cavallo della vecchia Bottecchia, fissando l’appuntamento al lunedì definito. C’era così anche un  poco di tempo perché ognuno preparasse il proprio lavoro. Incaricò in oltre Antonio di verificare tutti i collegamenti skype e il loro buon funzionamento anche audio.

 

Il lunedì prefissato ore 20,45. Lasagna era già da un pezzo pronto al suo computer per la ripartenza, attendeva la chiamata di Antonio che arrivò con puntualità cronometrica. Alla sua riposta per il collegamento, nello schermo del computer, apparvero le tre facce sorridenti di Antonio, Giuseppe e di Rubini il quale chiese subito la parola per presentarsi e salutare i ‘suoi’ nuovi amici che ricambiarono con ampi sorrisi. Il Commissario cominciò a dirigere l’orchestra proponendo che, qualora ci fosse chi intendeva intervenire durante l’intervento di un altro, alzasse la mano, quindi iniziò ad entrare nel merito.

Bene, nel rispetto della scaletta che ci siamo dati credo sia opportuno che ognuno degli incaricati esponga il materiale o le considerazioni in merito. Inizio io dal punto di vista della legislazione che risulta come sempre complessa e frastagliata. Tuttavia dovendo indagare su quell’aspetto definito come della geotermia o del risparmio energetico, insomma del fantasma, che vive da anni dentro i fossi di Abano e Montegrotto, credo si debba partire da quelle che sono sempre state ritenute, a torto, come il vero punto di questa problematica: le acque reflue.

Dico a torto perché a mio avviso, ma siano qui anche per questo, il vero sperpero energetico avviene a monte. Esse sono l’effetto ultimo di un processo; è un poco come la grappa che quando si distilla si taglia la testa e la coda, il buono sta nel mezzo. Ecco le acque reflue son solo la coda, le meno pregiate dal lato del risparmio e partire da queste penso sia un errore. Tuttavia dal punto di vista legislativo è anche da qui che possiamo e dobbiamo partire, quindi dalla:

 

Deliberazioni della Giunta Regionale N. 4106 del 29 dicembre 2009 Utilizzo delle acque termali e di risulta degli stabilimenti termali. L.R. 10.10.1989, n. 40 e P.C.R. n. 1111 del 23.4.1980 (PURT).

Dove ai punti 4 e 5 si dice che:

  • 4) di stabilire che i soggetti destinatari delle disposizioni stabilite dal presente provvedimento sono
  •  a) i titolari delle concessioni idrotermominerali rilasciate ai sensi della L.R. 40/1989;
  •  b) i titolari di autorizzazione all’apertura ed esercizio degli stabilimenti termali, ai sensi della L.R. 40/1989;
  •  5) di stabilire che è vietata ogni altra modalità di utilizzo delle risorse idrotermominerali, in materia di estrazione di sali, gestione del parametro  temperatura  e     utilizzo delle acque di risulta, non disciplinata dal presente provvedimento.

 Naturalmente anche in questo caso troveremo un Allegato A.

 

Fece una breve pausa, doveva risistemare i pensieri e chiese:

“C’è chi deve dire qualche cosa?”

Poiché nessuno parlava diede la parola a Giuseppe che doveva interessarsi alla ricerca di studi, di analisi negli alberghi e altri materiali conoscitivi in relazione all’uso dell’acqua termale.

 

Parla Giuseppe. “Sarò breve dicendo che di materiale ne esiste diverso e da varie fonti. Il problema sarà di dargli una certa uniformità nella presentazione e raccolta. Esistono anche studi specifici fatti da alcuni dipartimenti universitari di Padova non molti anni fa e vi sono delle stime relative sul potenziale geotermico veramente rilevanti da cui partire per possibili valutazioni economiche e progettuali verso un uso ‘verde’ della risorsa, rilanciando la sua immagine di ‘naturale’ fortemente sottovalutata negli ultimi decenni. Esistono anche valutazioni recenti fatte dal Centro Studi Pietro d’Abano che cambiano, se prese sul serio, la vocazione dell’area partendo non dal fango così come siamo oramai abituati a raccontarlo ma dagli aspetti chimico-biologici dello stesso. Un dato lo voglio però dare come riferimento generale e cioè che il potenziale geotermico attuale del bacino può essere stimato, come potenzialità di riscaldamento, a 50/70 mila appartamenti da 100 metri quadrati, ma forse anche di più. Comunque sia, di queste cifre dovremo parlare, verificarne l’attendibilità. Per adesso ho finito.”

Lasagna notò che nessuno intendeva intervenire ed allora diede immediatamente la parola ad Antonio incaricato di documentarsi su eventuali attuali usi della geotermia termale, che si sentiva esistessero al di fuori degli alberghi ma anche agli usi interni visto che li stessi, ad esempio, sono riscaldati con acqua termale.

 

Parla Antonio. “Che dire della geotermia termale: un ginepraio fatto di enorme dissipazione energetica quando in tutto il mondo si va oramai da anni da un’altra parte, quella della razionalizzazione, del risparmio e del riutilizzo compatibile, un assieme di ritardi tecnologici difficilmente comprensibili. Ne vanno ricercate le ragioni e proposte di soluzione. Un ritardo legislativo enorme, questa è la mia impressione ma spero che, con il Commissario, potremo avere delucidazioni ed essere più precisi. Per finire un pressapochismo e un’ignoranza o mala visione dei problemi da parte degli amministratori a vari livelli, sia pubblici che privati comprese aree del mondo universitario nonché, naturalmente, tra i cittadini stessi. Forse sarò presuntuosi ma la penso così.” “Per farla breve potremmo riassumere la questione in questi termini. Relativamente all’acqua termale emunta, all’oggi esiste una geotermia usata negli alberghi e in alcuni gruppi di cittadini molto specifici.

Vi è inoltre una geotermia non dipendente direttamente dall’acqua termale ma dalla situazione del sottosuolo influenzato dal fenomeno della termalità per cui il gradiente geotermico del terreno è maggiore che in altre parti d’Italia, tanto che già a 40/50 metri di profondità si può trovare un terreno abbastanza ‘caldo’ per estrarne, con sonde particolari, il calore da utilizzare attraverso le pompe di calore. E’ un fenomeno diciamo ‘recente’, ma non è questo quello che principalmente ci interessa se non come filosofia generale ed eventuale sinergia progettuale.

 

Quello che ci interessa è il possibile uso energetico dell’acqua termale che Giuseppe ha ben definito quantitativamente in modo semplice con il dato dei 500/700 mila appartamenti da 100 metri riscaldabili (valore-equivalente). Potremmo dire corrispondere abbondantemente alle necessità della popolazione della città di Padova?

In questo senso oggi è usata in due tipologie.

La prima è esterna agli alberghi, attuata in varie forme e sostanzialmente in quantità residuale da singoli privati difficilmente quantificabili nel numero, diciamo che tra Abano e Montegrotto potrebbero essere una cinquantina, ma è una valutazione a ‘sentore’.

I sistemi sono i seguenti:

1 Chi vive vicino ad un fosso il cui l’acqua termale è abbastanza presente in quantità tale da garantire una certa caloria, diciamo 25/30 gradi, la preleva e tramite riscaldamento a pavimento e/o pome di calore la utilizza per la propria abitazione.

2 Chi ha la possibilità di collegarsi, grazie all’assenso dell’albergatore, allo scarico dell’acqua termale prima che arrivi nel fosso dove la temperatura è ancor a 45/40 gradi la può canalizzare verso la propria abitazione ed allora, se esiste il riscaldamento a pavimento è sufficiente per riscaldare l’abitazione, specialmente se ubicato a piano terra oppure vi è sempre la presenza di una piccola pompa di calore atta ad incrementarlo quando manchi. Su questo collegamento prima dello scarico esistono alcuni sistemi diversi (canalizzazione, serpentina)

3 Esistono ancora sicuramente dei riscaldamenti, seppur molto limitati, in cui l’acqua termale arriva quasi con la temperatura ‘bocca pozzo’ e con questo si riscalda l’abitazione o in particolare si parla, ma non ho dati specifici, di immobili religiosi.

 

La seconda metodologia di utilizzo del calore dell’acqua termale è quella all’interno degli alberghi ma cosa succeda concretamente non lo so. Certo che se potessimo fare un’indagine nel merito in uno o più alberghi capiremmo meglio il tutto. Ma, dati aggiornati non ne ho e quelli a nostra disposizione sono antichi. Bisognerebbe entrare e vedere tecnicamente il tutto, qui sta il perno della questione, qui e a monte dell’albergo, ma dovremmo poterne ispezionare alcuni, almeno uno. Riusciamo a farlo?

Tuttavia, il vero problema di base è la razionalizzazione della distribuzione complessiva dell’acqua termale che avviene su 140 pozzi, quando ne basterebbero 30/40 e forse anche meno. Ecco penso che per ora basti questo schema… altrimenti facciamo notte fonda solo per analizzarlo superficialmente.”

 

Lasagna era soddisfatto, la cosa si metteva bene e se le promesse di approfondimento fossero state mantenute il lavoro poteva risultare molto interessante. Chiese ancora una vota se qualcuno volesse intervenire e il Dottor Rubini alzò la mano. “Prego Dottor Rubini…” disse Lasagna.

Parla Rubini. “Le cose che avete detto sono di estremo interesse e la mia curiosità è ulteriormente aumentata. Anch’io sento l’importanza di visitare-ispezionare un’azienda termale. Bene penso che forse riuscirò ad esaudire questa nostra curiosità. Sono andato di recente, una mezza giornata, a fare un poco di piscina in un albergo. Avendo confidenza con il proprietario e gestore gli ho espresso la mia curiosità e preoccupazione da quanto emergeva nella semi-indagine del Commissario. Con mia sorpresa ha detto “Per molti aspetti dice solo la verità.” Gli farò una telefonata e vedrò cosa si può fare.”

 

Il primo incontro dei Quattro dell’Oca selvaggia non poteva concludersi in modo migliore. Si salutarono e si diedero appuntamento al lunedì seguente: solita postazione, solita ora.

Lasagna notò che da quando la semi-indagine si era rimessa in moto il prurito era magicamente sparito:

potenza terapeutica del fango termale.

 

ARRIVEDERCI A MARTEDI PROSSIMO

CON

UNA BUSSOLA CONTRO

L’ILLEGALITA’ ASINTOMATICA