Le terme e le indagini del Commissario Lasagna

Gli alberghi prima, durante e dopo il Covid

(Parte seconda)

Tutto non sarà più come prima.

Già… ma prima com’era?

 

La settimana trascorse nella normale normalità-Covid, con Rubini e Lasagna che dovevano lavorare forzatamente in presenza (naturalmente alcuni ‘signori’  speravano avessero lavorato solo da remoto!), mentre il Gatto e la Volpe erano costantemente collegati con altri volontari per tenere in piedi la rete di solidarietà e, tra loro due, per proseguire con la semi-indagine. Dovevano ancora preparare ed analizzare diversi grafici, spremersi congiuntamente, seppure virtualmente, le meningi per venire a capo fin dove era possibile del rapporto tra cure-uso-abuso dell’acqua termale. Lavoretto complesso ma alla fine anche questa volta, il lunedì sera al solito posto e alla solita si era pronti e il portavoce Antonio iniziò senza titubanza alcuna.

 

Buonasera” Sullo schermo apparvero sorrisi mani svolazzanti e si udirono diversi “Buonasera”.

Ci eravamo impegnati ad affrontare il problema dei volumi di acqua utilizzati nell’ albergo Farina in relazioni alle cure effettuate facendo se possibile un rapporto con quelli utilizzati nel bacino termale. Naturalmente ci riferiremo alla situazione pre Covid.

Iniziamo intanto con i consumi di acqua termale pre Covid dell’albergo Farina. Li presentiamo come valore medio degli anni 2017/8/9; poi giunse la pandemia.”

Sullo schermo apparve una tabella ed un grafico. In totale il consumo medio annuo, è di    194.379 metri cubi.

Per curiosità ed anche per quel necessario inquadramento diacronico ad una maggiore comprensione dei fatti, abbiamo riportato i consumi di 20 anni prima cioè del 1999, anno di cui avevamo i dati a disposizione. Sono contenuti nella prossima tabella e grafico.

La prima differenza tra il 2019 e 1999 sta nel consumo complessivo annuo, maggiore nel 1999 pari a 225.789 metri cubi rispetto ai 194.379 del 2019 con un risparmio di circa 31.400 metri cubi pari al 13% in venti anni, cioè 0,65% all’anno.

Nello schermo apparvero i dati.

La cosa più evidente è che, rispetto al 1999, dove le due stagionalità, (primavera-settembre) relativamente ai consumi erano più marcate, oggi appaiono più appiattite e spalmate in tutto l’anno.

Lo possiamo meglio vedere nella prossima tabella dove sono mese a confronto le due annate. Questo appiattimento è causato da un relativo aumento dei consumi in alcuni mesi sommato ad una relativa diminuzione in altri. Insomma sembra determinato da vari fattori.

In particolare notiamo un significativo aumento del consumo nel mese di gennaio del 2019 e un forte calo nel mese di aprile in controtendenza con gli stessi mesi nel 1999. Di fatto ‘sparisce’ la caratteristica di un stagionalità.

Ma il confronto assume maggiore pregnanza se lo facciamo con i dati del consumo mensile relativo al singolo anno: cioè i periodi in cui,  in percentuale di quell’ano, si è usata di più o di meno l’acqua termale.

Nel 2019 I consumi si sono avuti relativamente di più nei periodi non di cura che su quelli di cura.

Ed è proprio qui, sulle cure che poniamo ora la nostra attenzione, forse parziale per i dati a disposizione, ma pur sempre utile.

Metteremo quindi a confronto nel Farina due grafici

1) quello delle presenze di cura per i due settori che coinvolgono la gran parte del consumo di acqua termale: fanghi + bagni e bagni termali

2) quello del relativo consumo di acqua termale nell’albergo.

Lo facciamo come valore medio dei consumi degli ultimi tre anni pre Covid quindi media 2017/8/9.

Naturalmente confrontiamo cose con scale diverse e quindi il confronto va fatto sugli andamenti più che sul loro dato assoluto o rapporto.”

Sullo schermo apparvero i due grafici.

 Come si può notare non sembra esistere nessun rapporto tra consumo di acqua termale e numero di cure, quando invece, almeno da quello che noi crediamo dica la legge, l’acqua termale dovrebbe essere usata solo a scopo terapeutico. In alcuni casi, vedi luglio, il rapporto è in controtendenza: meno cure + acqua. La cosa appare divaricante in particolare nei mesi di dicembre e gennaio a riconferma di quanto visto nel precedente grafico quello dei consumi relativi.

Il dato significativo di questo andamento dei consumi è che a febbraio, con l’albergo chiuso, i consumi restano di fatto  sugli stessi valori di quando è aperto.

Per i consumi di acqua oramai non esistono stagionalità.

Se questo succede al Farina, dove le cure esistono in maniera stutturale, cosa succede negli alberghi dove risultassero esistere in maniera residuale?

Questa residualità statisticamente può essere rilevata dalla presenza media in ogni albergo e, pur non avendo dati disaggregati per singoli alberghi in modo da poter fare un confronto, abbiano tuttavia i dati generali già visti e che vi ripropongo.

Come si può vedere si passa da una presenza media di circa 12 giorni nel 1975 a quella di 4 giorni nel 2015 e a quella, non presente nel grafico, del 2019 ulteriormente ridotta al 2,9. Quindi in relazione agli anni presi da noi in considerazione per un confronto nei precedenti grafici possiamo dire che negli anni dal 1999 al 2019 si è passati da una presenza di 7 giorni a quella di 2,9. Se il consumo dipendesse dalle cure dovrebbe essere diminuito in questi anni a più della metà, ma così non è stato.”

 

Ancora una volta il tempo era volato senza che nessuno fiatasse e Lasagna non poteva che essere soddisfatto di come proseguivano i lavori ma, quel leggero aroma di caffè che ancora timidamente usciva dalla moka, lo indussero a proporre una pausa naturalmente dopo aver chiesto ad Antonio e agli altri se era opportuna. Dalle risposte avute dedusse che era più che opportuna e così fecero.

Quando Antonio riprese si scusò se ancora una volta sforava sui tempi stabiliti ma il materiale gli sembrava interessante e andava visto tutto assieme per non perderne il valore di sistema: semantico. Naturalmente tutti concordarono su questa necessità e dopo che si erano rifocillati nulla ostava il loro ascolto.

Quanto abbiamo visto nei grafici mi sembra significativo ma lo è ancora maggiormente se utilizziamo altri dati a nostra disposizione relativi al consumo di acqua termale di Abano + Montegrotto in un periodo più lungo. Ricordo che Abano e Montegrotto da sole producono circa il 94% del consumo complessivo del BIOCE. Nei due anni che prenderemo in considerazione, 1994-2018, il consumo totale annuo di Abano + Montegrotto è passato da 15 milioni di metri cubi a 13 milioni.

Però, prima di arrivare ai dati vi ripropongo un grafico che abbiamo già visto:

I dati che ora andiamo a confrontare con quelli attuali sono del 1994, una fase in cui, come si vede dal grafico, il bacino dal punto di vista idraulico non aveva ancora iniziata una sua ‘rapida’ ripresa. Anche questo è un fenomeno che andrebbe meglio chiarito nei sua specificità semantica. Abbiamo già detto che le ragioni di un minor consumo di acqua sono diverse, non ultima l’applicazione dell’imposta sugli scarichi. Per oggi il grafico sopra presentato ci serve come punto di memoria e stimolo.

Ecco il nuovo raffronto tra il consumo di acqua e la sua modificazione nei vari mesi tra il 1994 e il 2018.

Appare ancora evidente che la diminuzione di consumo d’acqua termale negli anni sia avvenuta con una tendenza a spalmare il suo uso oltre le due stagionalità e al numero delle cure, con una sua concentrazione d’uso nei mesi di dicembre e gennaio, dove le cure appunto sono notevolmente minori. Altri sono quindi i fattori che causano l’uso dell’acqua in quei mesi. Questo meccanismo è presente da lunga data e le sue cause formano quindi una ‘struttura consolidata’ nella nostra economia termale. Spero che il discorso sia comprensibile, è quasi logico dire che ‘sia così’, ma meno logico lo è se lo si guarda secondo la legislazione e un razionale utilizzo del valore geotermico della risorsa.”

 

Ad un certo punto intervenne Giuseppe dicendo:

“Potrete notare che Antonio è visibilmente stanco come del resto penso anche voi. In previsione di ciò mi sono accordato con lui per scambiarci  il ruolo di relatore in modo da creare una situazione diversa che permetta a lui di riposare e a voi di sentire un’altra tromba che magari può suonarvi la sveglia anche perché il tema è di estrema attualità e risponde alla domanda: “Ma cosa è successo durante il periodo del Covid?”.

Giuseppe riprese quindi la relazione.

“Abbiamo visto come durante la difficile fase che ci ha investiti per tutto il 2020 si siano formate negli albergatori tre fazioni, oggi ci interessa vedere che ‘fine abbia fatto’ il consumo di acqua termale in un periodo di pressoché totale chiusura degli alberghi fatto salvo alcuni brevi periodi e determinate marginali situazioni.

Vi farò veder il raffronto dei consumi di acqua Abano + Montegrotto nel 2018 pre Covid, e nel 2010 anno covid.

2018     13.099.400   milioni di metri cubi

2020     10.960.188   milioni di metri cubi

Si è avuta una diminuzione del consumo di acqua del 16,5%. E il resto che fine ha fatto? E’ come se, guardando a casa nostra finito l’inverno, chiudessimo nella caldaia la linea cha va ai radiatori per il riscaldamento e nonostante questo consumassimo l’84% dei quello che consumavamo in inverno per riscaldare la casa. Qualche cosa non va.

Vi ricordo sempre che 10.000.000 di metri cubi corrisponde ad un potenziale geotermico utile a quelle necessario per riscaldare circa 40.000 appartamenti da 100 metri quadrati che moltiplicando le famose 3 persone per appartamento equivale a 120.000 abitanti cioè 6 volte quelli di Abano Terme. Ripeto: qualche cosa non va.

 

Data l’ora, veniamo rapidamente all’ultima questione relativa ad una segnalazione che ho avuto da un amico e la relativa sua richiesta di un parere, in qualità di ex idraulico, su un fatto strano accaduto durante il 2020 nella sua abitazione a livello di seminterrato.

Ha notato che durante tutto l’anno anche nei mesi siccitosi, ha cominciato ad uscire, costantemente, dell’acqua dal sotto suolo. Da cosa poteva dipendere? Gli dissi che non potevo escludere derivasse proprio da un minor emungimento dell’acqua ternale e quindi di una pressione diversa, maggiore, delle falde più profonde su quelle superiori.

Discorso delicato ma che ancora una volta dimostra la necessità di monitoraggio specifico e una informazione sulla gestione della risorsa termale anche da questo punto di vista.

Metto sul video una foto per vostra curiosità e con questo vi saluto e vi auguro una buonanotte.”

 

 

Tutti si salutarono e…

 

 


I quatto dell’Oca selvaggia vi salutano.

La semi-indagine del Commissario Lasagna termina.

Ci rivedremo?

Solo Lasagna lo può sapere, ma per il momento è silenzio.

Certo che nella sua testa sono presenti altre istanze scoperte durante la semi indagine  quali:

i così detti fanghi Doc, la legge della Regione veneto sulla geotermia, la sanità nelle cure e la sua tenuta di fronte ad una certificazione di qualità, la situazione contrattuale del personale sanitario e non, le concessioni minerarie ma sopra tutto:

il cosa fare concretamente per una transizione ecologica

ed eliminare l’oramai insostenibile spreco

di risorsa termale oggi esistente

con l’dea di proporre  la biotermalità con tutte le sue potenzialità.

Per l’oggi vi salutano

il Commissario lasagna

Il Dott. Rubini

 il Gatto Antonio

 la volpe Giuseppe

e il sottoscritto

Vi ringraziamo per la vostra cortese  attenzione, augurandoci che il tutto sia stato e possa essere

cosa utile

al  futuro del nostro territorio

e delle sue ‘genti’.