Un supplemento di indagine
Un supplemento di indagine era dovuto dai seguenti motivi:
- Un quadro complessivo della situazione, vista nell’ottica dei regolamenti delle fognature dei due comuni gli quagliava, compresa l’arma del possibile delitto ma ancora non gli era ben chiaro quando e se questo delitto fosse stato commesso. Che la situazione avesse tutti i termini per definirsi di illegalità era fuori di dubbio ma non era ancora chiaro cosa essa avesse portato, rimaneva asintomatica. Ma era così? Qualche cosa non gli tornava.
- Dopo la serata delle pizze era in debito, ma anche curioso, nei confronti di Giuseppe l’idraulico, che alcune cose aveva detto in merito e sembrava avesse anche informazioni specifiche. Valeva la pena di verificarle ed eventualmente rifletterci sopra.
- Era evidente che il Piano delle acque del comune di Abano fatto nel 2019 doveva essere stato redatto secondo la normativa vigente, aveva quindi la possibilità di verificare se i regolamenti sugli scarichi, sostanzialmente scritti 20 anni addietro su normative antecedenti, erano o dovevano eventualmente essere aggiornati o se i parametri allora esistenti erano stati mantenuti.
Il Commissario fissò un appuntamento telefonico con Giuseppe in modo da poter avere il tempo per parlare con calma sulla questione. Fu così che quel giovedì sera alle ore 20,15 il cellulare suonò la Serenata K.525 di Mozart, Piccola serenata notturna e Giuseppe rispose immediatamente interrompendo la musica della suoneria nonostante le proteste di Mozart, proteste per altro asintomatiche.
“Agli ordini Commissario!”
“Ciao Giuseppe, grazie del tempo che mi dedichi…”
“Grazie di cosa Commissario, sono anni che voglio di parlare di questo con persona competente e avvezza ad ascoltare.”
“Ti ringrazio ma io competente di idraulica proprio non sono…”
“Non si tratta d’idraulica ma di rispetto delle leggi e lei qualche cosa ne sa.”
“Si è vero mi ci arrabatto sopra. Dimmi, mi parlavi di un Piano delle acque fatte dal comune di Abano sul quale ci sarebbero elementi utili per capire cosa non va nello scarico delle acque termali in fognatura, ricordo bene?”
Giuseppe iniziò una lunga chiacchierata in cui espose i sui dubbi sul Piano delle acque che conteneva, a dir suo, dimenticanze e sottovalutazioni di fronte a fatti evidenti proprio relativi alla fognatura. Richiamò il fatto che già molti anni prima le evidenze negative dello scarico delle acque termali erano state documentate ma tutto era ancora lì fermo.
Lasagna lo lasciò parlare per farsi un’idea sui ‘fatti’ e non solo sui regolamenti dai quali, detti fatti, avrebbero dovuto dipendere. Ad un certo punto Giuseppe fecce una pausa scusandosi per la lunghezza del suo intervento e Lasagna ne approfittò per dire la sua.
“No, no, non preoccuparti è stato molto utile, mi rendo conto che è un livello di conoscenza a me fino ad oggi estraneo . Ti propongo quindi, se sei disponibile, di venire domenica mattina a casa mia per fare il punto della situazione. Anzi ti chiedo, visto che conosci la materia da anni e nel merito, di propormi tu uno schema logico su cui lavorare. Cosa ne pensi?”
“Domenica mattina? Va bene. Vedrò di recupere anche materiale documentale di diversi anni fa, dovrei avere delle foto; butterò giù anche qualche appunto.”
“Bene” riprese Lasagna “ti chiedo se puoi farmi avere il Piano delle acque del Comune di Abano, magari prima di domenica per darci un’occhiata.”
“Beh problemi non ce ne sono lo trova nella pagina Web del comune di Abano[1] e le suggerisco, senza leggere il tutto, almeno in questa fase dove, spero lei si fidi, le posso fare da guida per le cose generali, di leggere le pagine 33-34-35, vado a memoria.”
“Mi fido di sicuro, ci vediamo domenica mattina e buona serata, salutami tua moglie.”
Fu così che quella domenica Lasagna ‘perse la Santa Messa delle 11’ sicuro tuttavia che Padre Leopoldo avrebbe intercesso per lui trattandosi di fare opera di bene.
Domenica ore 9. Suona il campanello. Lasagna apre la porta. Giuseppe entra.
“Oé Giuseppe, buon giorno e grazie di essere venuto.”
“Buon giorno signor Commissario e niente ringraziamenti sono contento di essere qui e lei lo sa.”
Lasagna lo fece accomodare in cucina.
“Hai fatto colazione?”
“Si, si certo.”
“E un caffè lo prenderesti?”
“A quello non si rinuncia mai!”
Il Commissario aveva già preparato la moka, doveva solo accendere il fornello e mettere in tavola due tazzine con un piattino di biscottini semi dolci.
Giuseppe mentre si guardava attorno chiese:
“Ha potuto guardare il Piano delle acque?”
“Si certo, ho visto anche quello di Montegrotto sul quale di terme niente è scritto anche se mi sembra un bel lavoro ma parla solamente, e in parte è comprensibile, di come affrontare i problemi di esondazioni che colpiscono da anni ampie parti di questo comune.”
“Certo ma non è, a mio avviso, il solo motivo della non presenza delle tematiche relative alle terme. Vede Commissario, sono interessato a questo problema da sempre, visto il lavoro che facevo, e una certa idea me la sono fatta. Posso darle alcuni dati generali?”
“Ovvio e così intanto prendiamo il caffè e poi andiamo nel mio studio a lavorare volontariamente.”
Giuseppe riprese.
“Il consumo di acqua termale in tutto il Bacino Euganeo è all’oggi di 15 milioni di metri cubi pari a 15 miliardi di litri all’anno che corrispondono a 41 milioni di litri al giorno, tutti i giorni. Naturalmente acqua estratta a 80 gradi e buttata via a più di 30/40.” Vale la pena di ricordare che negli anni relativi alla Legge MERLI o giù di li il consumo si aggirava oltre al 25 milioni di metri cubi.
“Cosa?” Esclamò Lasagna “Mi sembra una quantità norme e, come ho sempre pensato, probabilmente anche uno spreco enorme. Non mi rendevo conto di questa dimensione anzi faccio ancora fatica a valutarla nel suo insieme!”
“Non lo dica a me e comunque non siamo gli unici; mi sono rovinato il fegato pensando da oltre trent’ anni a questa cosa. Ora deve sapere che più del 94% di quest’ acqua, vado a spanne, viene utilizzata tra Abano e Montegrotto. Sono circa 14 miliardi di litri di cui più del 60 % ad Abano (8,4 miliardi di litri anno, pari a 23 milioni di litri al girono) e il 40% a Montegrotto (5,6 miliardi di litri all’anno, 15,3 milioni al giorno.”
Lasagna era molto attento e esterrefatto da ciò che Giuseppe diceva, pur tuttavia non poté non udire il gorgoglio della moka e quindi si apprestò a versare il caffè nelle tazzine e, per quanto lo riguardava, inzuppandovi dentro un biscottino semi dolce. Giuseppe, bevuto il caffè, continuò con il racconto.
“Anche lei avrà capito, almeno così io la penso, che il problema delle fognature non è quanto si deve pagare ma la quantità di fango contenuto nell’acqua termale che vi viene depositata, qui a mio avviso sta il problema assieme ad un altro che varrà magari la pena di indagare in futuro: lo spreco energetico dovuto all’attuale irrazionale gestione dell’acqua termale. Il pagare semmai ne è una conseguenza ma potrebbe non esserlo anzi potrebbe trasformarsi in una ricchezza. Naturalmente ad Abano la quantità di fango è maggiormente presente dato il più elevato consumo di acqua termale e probabilmente anche da come strutturalmente il paese e le fognature sono impostate e si sono sviluppate. Abano quindi con molta probabilità risente maggiormente del problema, almeno in alcune zone. Diciamo che Montegrotto forse più che da fognature è attraversato da fossi e canali e sicuramente gli alberghi in numero maggiore che ad Abano vi scarichino direttamente. L’illegalità invece, a mio avviso, è presente in entrambi dato che le norme, comprese quelle della fognatura, fanno riferimento ai punti di raccolta a valle delle stesse, quindi i fossi o i canali.”
Lasagna continuava ad essere sorpreso, le cose cominciavano ad apparirgli in un’ottica diversa, quantitativamente e qualitativamente diversa. L’immagine avuta in un momento di semi-sogno, dove aveva visto i fossi dei due comuni come cloaca massima per le acque termali gli appariva meno astratta.
Altro biscottino per riflette anche perché lui, la colazione non l’aveva fatta. Continuò ad ascoltare Giuseppe.
“Il problema di fondo, che mi sono posto e che penso di aver inquadrato legislativamente è che, all’oggi le acque termali così come sono, forse non potrebbero essere scaricate in fognatura, e così poteva essere anche nel passato. Certo che se il comune non ha fatto i dovuti controlli previsti per legge e richiamati nel regolamento comunale, nessuno poteva e potrà mai dirlo.”
“Concordo!” Disse Lasagna. “Questo è quello che sostiene anche in mio amico Antò di cui ti ho brevemente detto. Concordo, solo che non immaginavo la quantità del processo e se mi permetti del possibile spreco. Non sono un tecnico e non saprei valutare le proporzioni ma sembra enorme.”
“Io qualche conto l’ho fatto” riprese Giuseppe “e l’aggettivo enorme gli si addice perfettamente, pur tuttavia, a mia conoscenza, nessuno mai, se si esclude un conteggio da parte di un tecnico del CNR negli anni 80 del secolo scorso, lo ha fatto in termini globali di bacino termale. Si dice spesso che con una economia di scala, i costi benefici possono essere valutati nel complesso, assieme ai valori economici presenti ma qui, la scala, non l’ha mai salita nessuno. Sembra essere molto scivolosa!”
“Va bene, va bene.” Riprese Lasagna. “Mi piacerebbe affrontare tutti questi aspetti e non è detto che non lo faccia, magari assieme a te e ad Antonio. Pur tuttavia dobbiamo stringere sul Piano delle acque di Abano e del suo rapporto con la legislazione e le fognature. Hai preparato un tuo schema?”
“Certo, come da ordini ricevuti.”
Prese dalla tasca della giacca alcuni fogli, gli stese sul tavolo stirandoli un poco con il polso della mano destra.
“Sono pronto”
CI VEDIAMO MARTEDI PROSSIMO CON “IL PORTO DELLE NEBBIE”
[1] https://www.comune.abanoterme.pd.it/altri-strumenti/