Il Leprecauno
Martedì mattina, non erano ancora le 11,30, Lasagna, sapendo che il Dott. Rubini era da solo, bussò alla porta del suo ufficio facendo capolino… Rubini lo vide e:
“Buon giorno Commissario, mi sembra che ci siamo sentiti poche ora fa… cosa c’è di così importante?”
“C’è che questa mattina ho ricevuto la sveglia pressoché allo stesso orario e un poco anticipatamente, da due telefonate una di Giovanni e l’altra di Giuseppe che mi esprimevano la loro approvazione per come si erano svolti i nostri incontri skyperiani e per la Sua partecipazione convinta… erano sorpresi.”
“Beh, a dire la verità lo sono un poco anch’io ma questa cosa delle terme mi intriga… mi incuriosisce. È un mondo di cui tanti parlano ma di fatto è conosciuto solo per alcuni aspetti non sempre i più importanti. Insomma mi interessa e se posso fare qualche cosa per meglio comprenderlo lo faccio volentieri.”
Lasagna era soddisfatto; il suo lavoro, perché tale si trattava seppur fuori orario, dava dei frutti insperati.
Rubini proseguì. “Forse questo fine settimana vado in piscina a passare mezza giornata di relax, sa, le piscine sono di fatto vuote causa Covid, per gli alberghi è un dramma economico che si somma a quello sociale e sanitario, quindi mi accettano come fossi un loro famigliare con tutte le cautele del caso. Penso che porrò al proprietario, il Dott. Fredo la nostra richiesta di poter conoscere la gestione della termalità nel suo complesso, di questo mi sembra sentiamo la necessità: vedere le terme da dentro, le terme dall’ottica del fango e del calore. Spero di darle buone notizie il prima possibile, mentre per il PURT i tempi sono altri. Devo aspettare l’occasione buona per porre il problema alla persona giusta. Di per sé non è un grosso problema, ma in certi ambienti regionali anche il battito d’ali di una farfalla può provocare un piccolo tornado.”
Sorrise e… squillò il telefono.
“Mi scusi Commissario se le chiedo di andare ma aspetto da giorni questa telefonata.”
“Certo, certo” rispose Lasagna “tolgo il disturbo.”
“No, no, nessun disturbo. Questa telefonata mi disturba ma è il lavoro.”
Si salutarono e Lasagna uscì dall’ufficio con un raggiante sorriso mulesco che diceva tutto sul suo stato d’animo. Nebbie ancora nebbie, ma un raggio di sole poteva oramai considerarsi un fatto costantemente presente, qualche cosa si muoveva nella via della conoscenza dei fatti termali: del fango e del calore.
Era lunedì mattina e il Commissario decise di dover festeggiare. Quella sera, prima di collegarsi con l’Oca selvaggia doveva festeggiare la notizia ricevuta da Rubini e che seduta stante aveva trasferito via WhatsApp agli altri componenti del gruppo. Il dott. Fredo aveva acconsentito che delle persone potessero visitare con lui l’impianto di gestione dell’acqua del suo albergo. Avrebbe fornito tutte le indicazioni che fossero state richieste e, ciliegina finale, aveva detto che molte valutazioni riferite dal Dott. Rubini in relazione alla semi-indagine le condivideva, in particolare la situazione di marasma legislativo nel settore termale. Lo riteneva presente non solo in Regione ma a tutti i livelli dell’amministrazione pubblica: comuni compresi. Le sue parole testuali riferite da Rubini erano: non ci capiscono niente. Lo preoccupava la confusione generatasi tra gli operatori che, a dirla fino in fondo, si arrangiavano come potevano e a volte, alcuni di loro, come volevano con danno per tutti. Il Dott. Fredo aveva anche già proposto una data ravvicinata per la visita all’albergo, data che Antonio e Giuseppe, seduta stante nominati ‘esperti’ da Lasagna (a ragion veduta), avevano immediatamente annotata nel loro calendario confermandola a Rubini.
“Dite se è poco” ripeteva tra sé e sé Lasagna “Dite se è poco”, e nel cielo dei suoi pensieri il raggio di sole si trasformò in un grande arcobaleno, certo nascosto un poco tra i fumi termali, ma sempre arcobaleno, e di fatto aveva già trovato la famosa pentola piena d’oro con buona pace del Leprecauno.
Si! Doveva festeggiare.
Decise quindi di prenotare e farsi arrivare a casa per le 19 una pizza bianca con mozzarella di bufala e sfilacci di cavallo. Il dolce e Il Pinello se li sarebbe procurati tornando dal lavoro. Quel giorno non c’erano giustificazione si usciva alle 17,30 in punto, non un minuto in più, succedesse quel che succedesse… o quasi!
Fu così che quando quelli dell’Oca selvaggia si collegarono via skype alla 20,45 in punto, Lasagna aveva qualche dubbio ‘tecnico’ sul collegamento visto che la bottiglia di Pinello era di fatto vuota e che nel bicchiere c’era ancora un goccio di grappa… quel bicchiere che era stato quasi riempito del tutto secondo la giusta ottica per cui: un poco di energia ci vuole e poi… aiuta la digestione.
Lasagna prese la parola. “Buonasera a tutti ho appena finito di festeggiare la notizia che ci ha dato questa mattina il Dott. Rubini e quindi mi scuso se dovessi sbagliare qualche parola.” Fece vedere a video la bottiglia di Pinello e quella della Nardini: un applauso partì spontaneo da parte degli skyperiani. Dopo ringraziò Rubini per l’interessamento, altro applauso e svolazzamento di mani, iniziò.
“Bene ora possiamo programmare un poco meglio i nostri lavori. Direi di mantenere come prioritaria la lettura dell’Allegato A della Delibera della Giunta regionale n. 4106 del 29 dicembre 2009 Utilizzo delle acque termali e di risulta degli stabilimenti termali. Dopo affronteremo quanto i nostri due ‘esperti’ ci potranno dire sulla loro esplorazione termale.”
Antonio alzò la mano. “Mi sono confrontato oggi pomeriggio con Giuseppe e dato che l’incontro con il Dott. Fredo è fissato per giovedì prossimo di mattina, tenuto conto che su quell’albergo ci abbiamo lavorato diverse volte in passato, possiamo ragionevolmente dire che non ci vorrà molto tempo per fare una prima relazione… diciamo quindici giorni? Forse meno.”
In quel momento nel video si notò che Giuseppe annuiva convintamente: il gatto e la volpe erano all’opera e c’era da giurare che giovedì si sarebbero recati ‘al lavoro’ con il camioncino, non si sa mai servisse qualche chiave inglese o altro. Lasagna sorridente continuò.
“Bene. Resta il problema del PURT che ancora non abbiamo e che invece è elemento fondamentale per le nostre riflessioni almeno stando alla conoscenza che abbiamo oggi. Diciamo quindi che se tutto procede per il meglio entro un mese potremmo cominciare a discuterlo. Speriamo sia un tempo sufficiente per poterlo avere.” Rubini sorridendo bonariamente annuì anche se sollevò le mani al cielo in segno di fideistica-scaramanzia.
Lasagna iniziò ad affrontare l’Allegato A.
“Visto la nuova positiva situazione in cui veniamo a trovarci rispetto alle nostre possibili future conoscenze mi concentrerò specificatamente nell’analisi della parte geotermica dell’Allegato A, la gestione del calore come lo definiscono, tralasciando quella sanitaria che tuttavia ne è strettamente legata se non imprescindibile. Per ora ci accontenteremo di farne alcuni riferimenti dove sia utile, magari approfondendo il tutto quando affronteremo il PURT o dedicandovi in futuro una riflessione specifica.”
Il consenso fu unanime e le teste dondolarono in avanti e in dietro in maniera sincrona.
“Come premessa alla lettura dell’allegato, ritengo tuttavia importante leggere un articolo della Legge Regionale 10.10.1989, n. 40, disciplina della ricerca, coltivazione e utilizzo delle acque minerali. Per inciso va detto che la legge prevedeva un piano regionale delle acque termali il PRAMT [1] che non è mai stato fatto e quindi, in questa assenza, il PURT richiamato nella legge vale come legge per il BIOCE.
Tutto questo è definito a chiare lettere sulla legge 40 dove nelle norme transitorie [la legge N.40 è del 1989 e valgono ancora oggi le norme transitorie!!!] troviamo scritto l’articolo 55: (…)
- Fino all’approvazione dei piani per l’utilizzazione delle acque minerali o termali, di cui all’art. 5, resta in vigore il Piano di utilizzazione della risorsa termale (P.U.R.T.), approvato dal Consiglio regionale con provvedimento n. 1111 del 23 aprile 1980 e successive modificazioni e integrazioni.
- Eventuali modifiche al provvedimento n. 1111 del 23 aprile 1980 che intervengano dopo l’approvazione della presente legge e prima del piano di area corrispondente, saranno approvate con apposito provvedimento del Consiglio regionale.
- Fino all’approvazione dei piani di area di cui all’art. 5 [mai fatti anche se il l’istituzione del BIOCE ne rappresenta di fatto uno] i nuovi permessi di ricerca o le nuove concessioni sono rilasciate dalla Giunta regionale sentita la commissione consiliare competente.”
“Mi seguite? Questi sono richiami che ritengo doverosi e che mi inducono a deviare leggermente dal piano di lavoro poco prima proposto. Mi accorgo ora, rileggendo qui con voi che forse prima dell’Allegato A non è male rivedere alcuni punti della Legge regionale N.40 relativamente specifici al BIOCE. Li richiamerò per quanto possibile in ordine cronologico. Ci troviamo di fronte ad una situazione strana per cui nel Bacino Euganeo abbiamo la sovrapposizione di due normative, la 40 con sua normativa ed il PURT con sua normativa in molte parte riguardanti a quanto sembra li stessi argomenti ma provenienti da periodi e logiche diverse. Verificheremo.”
Lasagna prese un po’ di respiro per riordinare le idee. Era chiara la sua difficoltà ad esporre in maniera logica ciò che gli appariva non tale e d’altro lato era suo interesse evidenziare quelle che riteneva contraddizioni dell’iter legislativo cioè una delle cause per il marasma presente.
“Cito solo alcuni aspetti della legge 40 del 1989. All’articolo 41 troviamo diverse norme necessarie per poter avere l’autorizzazione ad uno stabilimento termale:
Punto 2 comma c: dati analitici, dai quali risultino le caratteristiche fisiche, fisico-chimiche, chimiche e biologiche dell’acqua, forniti da laboratori autorizzati a norma di legge, ed eventualmente relazioni attestanti il riconoscimento delle proprietà terapeutiche delle acque, rilasciate da istituti universitari;
Vorrei farvi notare la parola ‘eventualmente’ come se non fosse un parametro fondamentale, anzi il parametro per poter definire un’acqua termale dal punto di vista sanitario e non solo geotermico il cui uso potrebbe non essere autorizzabile come vedremo più avanti.
Sempre al Punto 2 comma f relativo alla documentazione anche su disegno da presentare riferita ai parametri:
(…) 2-dei locali per bibita, per soggiorno, per fangoterapia, per bagni, per docce, per inalazioni;
3- degli apparecchi per docce, bagni, fangature, inalazioni e irrigazioni;
4- degli ambienti per cure sudatorie, delle piscine termali coperte e
scoperte;
Ora, mentre per i punti 2 e 3 appare evidente l’uso sanitario dei locali, ciò vale anche per le piscine termali? O sono piscine termali in quanto usano il calore? Potrebbe apparire cosa influente ma forse non lo è. Non approfondiamo oltre perché abbiamo deciso di lasciare ad altro momento gli aspetti sanitari, ma per ora va sottolineata la questione piscine.”
“Veniamo ora alle norme transitorie previste dalle Legge regionale 40 del 1989. Sono previste all’articolo 55 (questo lo abbiamo già visto prima) dove troviamo:
Fino all’approvazione dei piani per l’utilizzazione delle acque minerali o termali, di cui all’art. 5, resta in vigore il Piano di utilizzazione della risorsa termale (P.U.R.T.), approvato dal Consiglio regionale con provvedimento n. 1111 del 23 aprile 1980 e successive modificazioni e integrazioni.
Va sottolineato che ogni variazione del PURT deve essere approvata dal Consiglio regionale al pari di una legge e delle delibere di giunta non possono modificarne i contenuti.
Ma la cosa di ulteriore grande rilievo è l’articolo 55 bis dal titolo: (Risorse geotermiche). Mi sembra sia la prima volta che troviamo esplicitamente citato l’uso del calore dell’acqua termale euganea come risorsa geotermica. I tempi cambiavano e almeno formalmente le novità dovevano apparire nella legislazione anche perchè nel frattempo era uscita la Legge 9 dicembre 1986, n. 896 Disciplina della ricerca e della coltivazione delle risorse geotermiche, e la Regine Veneto, anziché fare ciò che prevedeva adattava ad esse tutto ciò che già esisteva senza verificarne la coerenza o le possibili incoerenze: prorogando, una modifica asintomatica”
Tra i skyperiani l’esigenza era nell’aria e la già concordata pausa relax fu proposta dalla massima autorità presente, il Dott. Rubini e prontamente accettata da tutti. Oramai funzionava un’organizzazione perfetta fatta di bricchi, termos, bottiglie, pasticcini o altro in base alle preferenze. Mancava una tavola unica ma lo schermo del computer dava la stessa sensazione… tutti si abbuffavano, riprendevano le forze psichico-termali che si sa si fondano sul fango, bagno, massaggi… ma anche, e non secondariamente, sulla tavola ecc. Cinque minuti era il minimo necessario.
“Bene” disse Lasagna “riprendiamo dalla geotermia. Nell’articolo 55 Bis, Risorse geotermiche troviamo scritto:
Fino all’entrata in vigore della specifica disciplina regionale in materia di risorse geotermiche delegate alle Regioni, ai sensi della legge 9 dicembre 1986, n. 896 e del DPR 27 maggio 1991, n. 395, si applicano le seguenti disposizioni (…)
- c) non è consentito il rilascio di concessioni per la coltivazione di risorse geotermiche nell’ambito delle aree già assoggettate a concessioni termali, del Bacino Termale Euganeo come definito dal Piano di utilizzazione della risorsa termale (PURT) approvato dal Consiglio regionale con provvedimento n. 1111 del 23 aprile 1980 e successive modificazioni;
c bis) fatte salve le domande già presentate, a decorrere dal 1° marzo 2007 non è consentito il rilascio di nuove concessioni geotermiche ad una distanza inferiore a dieci chilometri dall’ambito del Bacino Termale Euganeo, come definito dal Piano di utilizzazione della risorsa termale (PURT) e dall’ambito degli eventuali altri bacini termali che fossero riconosciuti.
- Le concessioni per la coltivazione di acque termali già rilasciate per usi non terapeutici e rientranti nelle categorie previste dalla
legge 9 dicembre 1986, n. 896, articolo 1, commi 5 e 6, sono trasformate d’ufficio in concessioni con limite di eduzione pari a quello rilevato dagli strumenti di misurazione nell’anno solare 1996.
Naturalmente tutto questo in via transitoria in attesa di una specifica disciplina regionale che si adegui alla nuova legge la 896 che però è stata poi abrogata dal Decreto Legislativo 11 febbraio 2010, n 22. Quindi? Dal video apparve evidente la faccia sorpresa di Rubini, mentre gli altri due sorridevano sotto i baffi, che tuttavia non hanno mai avuto.
Rubini alzò la mano. “Se le cose stanno così a chiedere informazioni sul PURT da parte mia, in forma ufficiale quale Vice Questore, potrebbe mettere in moto chissà quali considerazioni, dovrò andare a chiedere il PURT con molto tatto”.
Sorrise mulescamente, un simil-Lasagna e alzò le mani al cielo. Il Vice Questore si era ormai incarnato negli skyperiani e sembrava aver superato una certa ovvia riservatezza: si sentiva a casa sua anche davanti al social-computer!
Lasagna riprese. “Ho voluto richiamare la situazione legislativa che mi sembra esista in regione, seppure in maniera superficiale, per metterci tutti a conoscenza di cosa voglia dire oggi gestire questo settore e a quali procedure possa essere mai sottoposto.
Veniamo ora, finalmente, all’Allegato A alla Dgr. n. 4106 del 29 dicembre 2009: Utilizzo delle acque termali e di risulta degli stabilimenti termali. Anche qui, come detto in precedenza, la faremo ‘breve’ stando strettamente legati solo a quello che ci interessa direttamente per la situazione della gestione del calore.
Qualcuno fece una specie di colpo di tosse che ‘invitava’ il Commissario a guardare l’orologio. Si era oramai giunti quasi alle 23.
“Va bene, ho capito. Possiamo chiudere qui e rivederci lunedì prossimo così avremo forse anche alcune prime informazioni sulla spedizione all’interno del fango e del calore termale.
Si salutarono sventolando le mani un poco come si usa nel linguaggio dei sordomuti, ma si sa: spesso su Skype si è sordomuti… in-potenza della tecnica.
[1] Piano Regionale delle Acque Minerali e Termali
CI VEDIAMO MARTEDI PROSSIMO
CON
IL MARASMA AMMINISTRATIVO