Le terme e le indagini del Commissario Lasagna

La strategia delle pizze

 

La mattina arrivò in ufficio con un leggero ritardo per un blocco del traffico dovuto ad un piccolo incidente e, nonostante fosse in bicicletta, non poté evitarlo. Era intenzionato a fissare un incontro con il Dottor Rubini per informarlo sugli ultimi sviluppi della ‘quasi indagine’ quando il telefono squillò. Rispose rapidamente pensando fosse il Vice Questore e invece:

 

“Ciao Lasagna sono Antò.”

“Uhè, ciao, come va… dimmi.”

“Ti ho chiamato a quest’ora perché in questi giorni e serate sarò impegnato. Tu conosci i problemi con la mia famiglia cui si sommano quelli dell’ufficio e a volte sono proprio in difficoltà. Volevo comunque mantenere il mio impegno e darti un parere sulla lettura dei due documenti relativi alle fognature di Abano e di Montegrotto, trattasi di cosa veloce.”

 

Il Maresciallo Lo Fusco aveva avuto alcuni anni addietro un terribile incidente in auto: lui, la moglie e i suoi due figli erano stati investiti da un camion. Tutti si sono salvati ma le conseguenze per la mobilità della moglie e di un figlio sono state estremamente negative. Contava sulla solidarietà della famiglia allargata e dei colleghi dell’ufficio per organizzare a meglio la sua vita ma a volte le cose erano proprio complicate.

“Ok, ok non posso che ringraziarti per questa tua velocità nel darmi un qualificato sostegno al problema che ti ho posto, dimmi.”

 

Antò iniziò a fare le sue valutazioni, sapeva essere preciso e rapido.

“Ti propongo uno schema  e spero sia chiaro, si basa su due ordini di considerazioni:

La prima, fa riferimento ai testi che mi hai inviato e che essendo pubblicati nella pagina web dei comuni ritengo siano attualmente in vigore.

  • Sicuramente il regolamento di Abano è più completo e corretto dal punto di vista formale e sostanziale, quello di Montegrotto lo possiamo definire un quasi regolamento
  • Un argomento sarebbe da approfondire in relazione alla differenza, che anche tu hai notato, nei parametri di riferimento degli scarichi delle acque termali in fognatura tra i due comuni ma, al di là delle possibili ragioni, resta comunque un fatto non sostenibile.
  • Tuttavia, riferendoci in particolare al regolamento di Abano (che però vale anche per Montegrotto essendo due comuni della Repubblica italiana), il vero problema è uno solo e cioè: se tutto quello che è previsto per bloccare il fango (chiamiamoli decantatori) sia in opera e se i controlli periodici sugli scarichi, siano stati fatti almeno un paio di volte all’anno. Su questo niente mi hai detto. Dovrebbero esserci dei tabulati, delle relazioni ecc. sul funzionamento dei decantatori e sul rispetto delle norme della Lege Merli. Ci sono? La mia esperienza in decine di casi consimili è NO. Lo dico perché ho avuto occasione di trovare regolamenti puntuali e precisi che poi non venivano applicati. Da voi come stanno le cose? Se fossimo in questa situazione di non controllo, anche ad Abano e Montegrotto sono da molti anni in una completa di ‘illegalità asintomatica’ e silente, come l’hai definita tu .”

 

Lasagna ascoltava e mano a mano che Antò parlava le idee gli si facevano più chiare, il sostegno morale-giuridico dell’amico gli erano utili.

 

“La seconda questione è che i regolamenti che mi hai inviato sono vecchi. Non sono mai stati aggiornati rispetto alle normative nazionali e regionali succedutesi dopo il 1999, anno di adozione di quello di Abano. Vi sono anche normative europee. Non so se i parametri di riferimento siano ulteriormente restrittivi o se siano cambiati anche nella loro sostanza, ma una rivisitazione dei regolamenti andrebbe fatta rapidamente, da una parte per verificarne l’attuazione e dall’altra eventualmente per aggiornarli. Insomma: per essere in regola. Ecco, questo è quello che posso dirti e mi scuso per la brevità delle mie considerazioni.”

Lasagna che aveva ascoltato con molta attenzione intervenne:

“Che dire, non so come ringraziarti era proprio quello di cui avevo bisogno. In fin dei conti la mia non è un’indagine ufficiale che deve portare ad un provvedimento amministrativo ma serve solo come orientamento di conoscenza e se vuoi anche di curiosità”

“Ok sono felice ti sia utile. Ora ti saluto perché proprio devo andare.”

“Va bene, ciao e grazie. Salutami tutti in famiglia e spero fra non molto di potervi fare una visita come quella di tre anni fa. Ciao.”

“Ciao, ci faresti veramente felici.”

 

Ora Lasagna poteva parlare più concretamente con Rubini, l’incontro fu fissato per le 16 del pomeriggio e il Commissario a quell’ora busso puntualmente alla porta del Vice Questore.

“Avanti, venga avanti Lasagna… c’è una sorpresa per lei”

La sorpresa era un caffè lungo come al Commissario piaceva.

Lasagna iniziò e fece una dettagliata relazione su quanto aveva trovato comprese le valutazioni fatte da Antò. Parlò per più di un’ora.

Rubini rimase presso ché sempre in silenzio ad ascoltare, a parte qualche breve richiesta di chiarimento. Più di qualche volta la sua fronte si corrugò dando al volto un’espressione di disappunto.

Quando Lasagna disse: “Ho finito”, Rubini con un’espressione disincantata esclamò: “Mi verrebbe da dire ‘Cose da italiani’ ma so che lei non gradisce questa formula.”

Lasagna:

Non è che non la gradisco, la odio proprio. Troppo comodo dire siamo tutti italiani, tutti eguali, tutti responsabili ecc. Tra gli italiani c’è chi è pagato dallo Stato per fare rispettare le leggi e tra questi ci siamo noi, io e lei, ma anche i funzionari pubblici a tutti i livelli compresi quelli che lavorano nei comuni. Tra gli italiani ci sono coloro che ‘spontaneamente’ ricevono uno stipendio per coprire cariche importanti quali parlamentari o sindaci e il loro primo compito è quello di applicare e fare applicare legalmente le leggi nel loro agire quotidiano. Questa è la verità, così la vedo io. Diciamo poi che la formula ‘le leggi vanno interpretate’ è diventa di fatto ‘le applico come meglio mi fa comodo’ aggiunta negli ultimi anni da un’altra formula magica ‘tanto poi giudicano gli elettori’. Mi scusi Dott. Rubini, di questo sfogo, ma è stato lei a risvegliare il mio animo mulesco.”

“Si, si, non si preoccupi qui di ‘cimici’ non ce ne sono, o almeno credo.”

Fece una fresca risata per rasserenare lo spirito mulesco di Lasagna. E continuò:

Se fosse per me la ‘cosa’ la chiuderei qui. Mi sono fatto un’idea che potrà risultare utile. Lei però mi ha anche parlato di una fase ‘delle pizze’, mi vuole spiegare?”

Lasagna un poco rasserenato sorrise e riprese.

“Vede, ho fatto una quasi indagine, ma ora mancherebbero degli elementi fattuali che la comprovassero e come ha detto Antò dovrebbero esserci dei tabulati, delle relazioni. Basterebbe chiedere ai comuni ma questo innescherebbe quello che lei e altri non vogliono, un piccolo pandemonio. Diciamo anche che se vi fossero i depuratori o chiarificatori dovrebbero vedersi, quindi basterebbe che lei quado va in una piscina termale a rilassarsi se li facesse mostrare ‘per curiosità’ dal gestore dell’albergo ma ho paura che oltre a farsi dei nemici poi sarebbe costretto a procedere d’ufficio qualora non ci fossero e saremmo ancora al pandemonio. Quindi…”

“Quindi” disse Rubini, “provocazioni a parte cosa centrano le pizze?”

 

“Vede Dottore gli alberghi non sono solo degli albergatori ma anche, con le dovute differenze, di chi vi lavora e quindi di quelle persone, muratori, che gli hanno costruiti magari compresi i depuratori e che vi dovrebbero fare manutenzione, o degli idraulici che giornalmente garantiscono che le varie pompe per la circolazione dell’acqua siano efficienti ecc. Tutta gente che lavora e quindi ‘ha fame’ e che se gli offri una pizza la accettano volentieri e scambiano magari anche due parole in amicizia.

Si da il caso che ne conosca qualcuno con i quali collaboro in iniziative di volontariato. Come diceva un grande ‘a far del bene a volte porta bene!’.”

Sorrise con un’ampia dentatura mulesca a cui Rubini nulla di simile poteva contrapporre e riprese: “Mi dia ancora qualche giorno e le saprò dire

Stavano per salutarsi quando Rubini lo invitò al bar per un aperitivo. Il mulo non disse di no, su chi dovesse pagare c’era ancora un poco di tempo per una trattativa.

 

CI VEDIAMO MARTERDI PROSSIMO CON “LA PISTOLA FUMANTE”